Sta terminando questa strana campagna elettorale, da molti considerata la più brutta e povera di contenuti di sempre. “Bisogna ammetterlo: quella di quest’anno è la campagna elettorale più brutta della storia repubblicana. Una democrazia priva di confronto diretto fra i candidati premier, o quantomeno fra i leader dei vari partiti, è un’oscenità politica. I programmi televisivi che hanno aperto le porte ai monologhi del politico di turno senza mai un confronto diretto con i responsabili dei partiti avversi. Trasmissioni tutte uguali e sempre senza tono e vera dialettica.”, si legge sul Fatto Quotidiano. Inoltre lo dice pure Mentana.
Una campagna elettorale che si è vista poco in piazza, almeno per quanto riguarda i candidati, che hanno preferito il caldo delle sale negli Hotel, dei teatri, e dei ristoranti. Il comizio si è trasformato in uno spettacolo per i social, con un linguaggio social, così chi vi partecipa fisicamente diventa solo uno spettatore passivo che non può sfruttare l’occasione dell’incontro con il politico per farsi un’idea. Utile soprattutto per le foto da condividere sui social per dimostrare “la sala piena”, questo perché riempire una piazza oggi, con l’aumento del partito dell’astensionismo, è molto difficile. Quindi meglio una pizza in un ristorante.
Anche chi si aspettava i comizi di chiusura di questa campagna elettorale, ansioso di poter fare man bassa di santini elettorali, dovrà rincorrere i candidati nei vari “eventi”. L’orientamento generale, con l’eccezione del Movimento 5 stelle, è evitare mega-appuntamenti finali in piazza. Il centrodestra sarà unito nella sala-auditorium Atlantico dell’Eur a Roma, mentre il PD ha preferito spezzettarsi con vari eventi nei rispettivi collegi dei candidati (circa 100 eventi singoli), preferendo sale al chiuso (piccole) alle piazze. Al momento solo i 5 stelle sono rimasti fedeli al grande evento di piazza. I Cinque stelle chiuderanno infatti il 2 marzo a piazza del Popolo a Roma: la piazza che fu del Pd nelle elezioni dell’aprile 2008 con Veltroni.